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Chiusura di un colloquio di lavoro


Chiudere alla grande

La fase di chiusura dei colloqui è altrettanto importante di quella di apertura. Vediamo quindi alcune osservazioni finali per gestirla al meglio.

Trattamento economico ed esigenze personali

Può darsi che durante il colloquio il vostro interlocutore vi parli del trattamento economico previsto, e vi chieda se avete vincoli o esigenze particolari (tempi di accettazione, sede di lavoro, ecc.); ma può anche darsi di no. In questo caso, aspettate a chiedere, e a far valere le vostre esigenze, fino a quando avrete avuto una formale proposta di assunzione. Sarà questo il momento per porre eventuali ragionevoli istanze ("il corso di lingue cui mi sono iscritto me lo potrebbe pagare, almeno in parte, l’azienda?", "I mesi di lavoro che ho fatto presso l’azienda Pincozzi mi saranno considerati come anzianità?", "Dovendo trasferirmi, è prevista qualche agevolazione?" ecc.). Ovviamente se alcune esigenze hanno una scadenza tassativa ("avrei bisogno di una risposta entro il 15 settembre, ultima data per acettare la proposta alternativa pervenutami, o per iscrivermi al master tal dei tali"), dovete farli presenti da subito, e cercare di governare voi i tempi dell’assunzione. Se l’accettazione della proposta dell’azienda comporta per voi significative rinunce ad alternative, richiedete una lettera di impegnativa: può capitare che assicurazioni verbali, per imprevisti successivi, non si tramutino in regolari assunzioni.

"Thank you note"

È una prassi molto comune in USA, e molto rara in Italia e quindi potenzialmente utile per differenziarsi. È un normale bigliettino di ringraziamento, in cui si ringrazia per l’attenzione concessaci col colloquio, lo si ricorda come un’esperienza gradevole e istruttiva, si ribadisce l’interesse per la posizione aperta, e si esprime speranza... Può anche darsi che ad alcuni dia fastidio, sembri un po' ruffiano: ma se sarà stato scritto bene otterrà quanto meno l’effetto di farvi ricordare prima che le decisioni siano prese. È utile inviare anche delle "thank you notes" alle aziende che ci piacciono molto e ci hanno risposto negativamente: se veramente la risposta negativa è dovuta solo alla momentanea mancanza di opportunità, avremo ravvivato un legame che altrimenti sarebbe stato sepolto in archivio. E anche a distanza di anni, capita che ci si ricordi di chi ha saputo dire la parola giusta al momento giusto: a giocare con la vanità dei selezionatori, si vince quasi sempre. Al posto della "thank you note", può funzionare anche la telefonata: ma "verba volant, scripta manent".

Occhio alle segretarie

Trattate bene le segretarie degli uffici in cui andate: non solo perché sono degnissimi esseri umani, ma anche perché hanno spesso un potere d’influenza insospettabile. Cercate, con garbo e simpatia, di farvi notare e ricordare, e di dare anche prima e dopo il colloquio l’immagine cui puntate. Le segretarie (non tutte) sono sagge e ottime psicologhe: una loro parola, se sarete ad esempio stati sgarbati, ed anche il miglior colloquio è compromesso. Saranno loro che filtreranno le vostre telefonate e gli eventuali futuri incontri con l’azienda: molto meglio averle per alleate ("Ha telefonato a quel simpatico ragazzo alto che era venuto qui la settimana scorsa ? Badi che è già la seconda volta che glielo dico: io e Titti facciamo il tifo per lui. E soprattutto guai a lei, capo, se sceglie quel buzzurro tracagnotto di ieri!").

I rimborsi spese

Particolare prosaico, ma non irrilevante. A scanso di antipatici qui pro quo, se dovete fare viaggi non brevi per andare al colloquio, informatevi (con le segretarie, appunto) sul se, come e quanto viene rimborsato. Alcune aziende prepagano i viaggi, se necessario, e pagano aereo e albergo se si viene da lontano; altre si limitano al treno, altre ancora fanno finta di niente. Litigare sui quattrini la prima volta che si mette piede in azienda non è proprio il miglior modo di cominciare.